Sto sempre a parlare di dividendi, ma recentemente, in seguito ad alcuni commenti al di sotto di un mio video, mi sono anche deciso a portare avanti una problematica reale, che non ho affrontato se non in maniera minimale. Quella del fatto che a dividendi alti, in molti casi, potrebbero anche corrispondere dei rischi più elevati per noi investitori. In maggiore importanza questo problema e’ assimilabile ai BDC come ai Reits, ma e’ ovvio dire che nessuna aziende ne e’ immune, sia per contingenze macroeconomiche, che manageriali, ma anche di crisi prettamente di settore. Prendo spunto per questo articolo, da diversi articoli letti di recente, in cui qui cerco di fare un sunto, che sia in linea con quelli che sono i miei pensieri.
TUTTO QUELLO CHE INTERESSA? GLI INTERESSI
A livello globale, i tassi di interesse rimangono vicini al livello più basso della storia, il che spiega l’immenso interesse per i titoli azionari che abbiano dei dividend Yield alti. Quello che spesso si dimentica, e’ che nessuno ci farà mai dei regali, men che meno il mercato azionario. Non esistono aziende grandi, Reits, BDC, Fondi, che siano sicuri al 100%. Il mercato non sarà mai un ente di beneficenza e nessuno ti offrirà rendimenti di reddito così appetitosi senza molti rischi nella maggior parte dei casi. Nel caso dei BDC, il flusso di cassa a sostegno del dividendo consiste principalmente in prestiti ad alto interesse a società che altre banche non toccheranno. In altre parole, si tratta di mutuatari a rischio più elevato, subprime che non hanno alternative migliori per finanziare le loro attività. Ora, questo non significa che tutti i prestiti BDC siano creati uguali. Proprio come per le obbligazioni, esistono diversi tipi di prestiti, di qualità variabile, con un rischio più elevato generalmente corrispondente a tassi di interesse più elevati. Questo mi porta ai principali rischi associati a questo settore e al motivo per cui è fondamentale essere molto selettivi quando si investe, qualsiasi sia il nostro investimento.
Ad esempio, se prendiamo in analisi i BDC, considerando quelli che hanno un costo maggiore, che sono solitamente quelli gestiti esternamente, come può essere PSEC, Prospect Capital, possono avere delle criticità maggiori. Per esempio, devono raggiungere rendimenti maggiori per essere in grado di poter coprire il dividend yield e conseguentemente per poter coprire il proprio dividendo. Questo si ripercuote nel prestare soldi a societa’ che in molti casi, sono più rischiose, magari in difficoltà economiche. E ricordiamoci che anche un settore in forte espansione, e’ pieno di società che non ce la faranno. Cosi come in settori in crisi, possono trovarsi società sane e che crescono. Non facciamo mai l’errore madornale di pensare che non possiamo sbagliare nel scegliere una azienda di un settore vincente. Non e’ mai un bersaglio a colpo sicuro. Ad esempio, sempre per stare nel mondo dei BDC, settore che in questo periodo sto approfondendo, alcuni di questi prestiti sono più rischiosi di altri perché, a differenza delle obbligazioni di altissima qualità, non sono garantiti, il che significa che non ci sono garanzie collaterali che li supportino. Quindi, nel caso in cui la società risulti inadenpiente, il BDC può finire perdere parte o la totalità dei soldi, e questo puo’ andare ad impattare il business stesso.
PER CUI I RISCHI SONO SEMPRE PRESENTI
Per cui essendo i BDC che io considero, quotati sui mercati azionari, ed essendo soggetto alle sue fluttuazioni, ci si espone al rischio della paura dell’investitore. Medio o istituzionale non conta. Chi investe guarda al rapporto rischio/rendimento. Se i prezzi delle azioni diminuiscono troppo, per tanti motivi, ma ad esempio in questo caso, potrebbe essere in quanto il management ha voluto esporsi su prestiti che fossero troppo speculativi, che hanno portato alla situazione di avere troppi clienti inadempienti, questo avrà avuto come conseguenza un forzato taglio dei dividendi, un deprezzamento del titolo sul mercato azionario e il risultato ultimo di vedere il BDC con un NAV in calo costante, con un continuo e perdurare taglio ai dividendi, ed una situazione che potrebbe essere di non ritorno. Chiunque avesse scelto una azienda, solo ed esclusivamente per una questione di dividendi alti, senza approfondire, si vedrebbe erodere sia il proprio capital gain, che infine, il dividendo. E nulla toglie che l’azienda possa andare in bancarotta.
Il fatto che molte aziende abbiano difficoltà ad accedere a dei prestiti bancari, ha pompato la nascita delle varie piattaforme di peer to peer lending o, come nel caso di questo articolo, di BDC, che sembrano nascere come funghi, ma che potrebbero non avere le risorse necessarie o il know-how necessario, per affrontare il default di uno o più dei richiedenti dei prestiti. Lo studio della parte finanziaria, e della strategia delle aziende in cui andiamo a mettere i nostri soldi, e’ di fondamentale importanza. Come diversificano i loro investimenti, andrà ad impattare i rendimenti dei nostri investimenti. Lasciare tutto al caso, oppure al giudizio di un video fatto su Youtube o un articolo su un blog, senza andare ad approfondire per nostro conto, e’ un salto nel vuoto.
Quando le condizioni economiche o settori specifici vengono duramente colpiti, come con le compagnie petrolifere in quest’era di bassi prezzi dell’energia, ciò può comportare tassi di default più elevati, che danneggiano i BDC. Ma come ad esempio, nello scorso articolo parlavo della hospitality, quando spiegavo i motivi per i quali ho investito in APLE, anche i REITS ne prendono di batoste. Un reits o un BDC diversificato, aggiunto ad un portafoglio che sia diversificato fra diverse tipologie di settori, possono aiutare enormemente a ridurre la volatilità, ma anche a scongiurare la possibilità di perdere tutti i nostri soldi.
LA CICLICITÀ E’ UN FATTORE DA CONSIDERARE
Oltre a tenere in considerazione le crisi generalizzate, come quella della crisi pandemica attuale, bisogna anche tenere in considerazione che, ciclicamente, si verificano anche crisi di determinati settori. Nel 2008 era quella bancaria, negli anni 70 abbiamo avuto quella petrolifera. Le crisi, a parte alcune geni come Micheal Burry, non le riusciamo a prevedere. A questo si aggiunge anche il fatto che oltre alle crisi, settoriali o generalizzate, l’economia si muova su cicli economici, e che per cui i fattori da tenere in considerazione siano molteplici. Molti BDC sono nati subito dopo alcune crisi, fiutando il possibile slancio dell’economica dei prestiti senza o con poche garanzie, dovuta alla chiusura dei rubinetti da parte delle banche. Il problema e’ che anche queste aziende sono quotate e che a parte alcuni, pochi, esempi, di aziende che sono sempre li da più di un decennio, alcuni sono solo stati fuochi fatui. Oltre a Main Street Capital, Ares Capital Corp e Triangle Capital, che hanno tutti almeno un decennio di vita, con team di gestione che ha saputo affrontare le “intemperie“, pochi ne sono usciti con le ossa sane dalle varie crisi settoriali o generalizzate. Il team, il board, di una qualsiasi azienda e’ importantissimo. Ed anche per me che investo quasi esclusivamente in dividendi, la capacita’ di comprendere se il team possa creare un sistema sostenibile, per potermi assicurare il dividendo vita natural durante, e’ fondamentale. Se un team non si organizza anche per sostenere la più classica delle problematiche, i cicli economici, ci troviamo un mano un castello di carta e il dividendo sarà presto o tardi, secondo me più presto che tardi, insostenibile.
E poi teniamo anche in considerazione che le aziende sono guidate da uomini, e per cui imperfetti. Ad esempio, Triangle Capital è uno dei BDC che viene considerati fra i meglio gestiti del settore, con una gestione interna. Eppure ha dovuto tagliare il dividendo nel 2016 e nel 2017 in funzione della eccessiva all’esposizione sul settore OIL & GAS ed alle susseguenti perdite che ne sono conseguite in quel periodo. Se cercate il ticker non lo trovate, in quanto questo BDC ha una forma societaria LLC che e’ il corrispettivo americano, più o meno, della nostra Srl. Peccato non poterci investire. A volte poi sovraesporsi a dividendi elevati e’ una necessita’, sempre dettata dalla ciclicità. Io ad esempio sono long si Main Street Capital (MAIN). E’ sovente capitato che questo BDC emettesse un dividendo speciale, che in molti casi ha portato ad avere un dividendo eccezionale, o speciale. Ciò accade quando i profitti sono così alti che il dividendo regolare farebbe sì che la società si vada a posizionare sotto la soglia minima di distribuzione regolamentata, che negli USA per BDC e REITS e’ del 90%, e la perdita del loro status di BDC. Questo sarebbe un danno maggiore, perche’ lo status di BDC per Main Street Capital, comporterebbe pesanti sanzioni fiscali. Questo metodo di distribuzione speciale d aggiuntiva, viene utilizzato per evitare questa problematica.
ANCHE IL SETTORE CONTA
Per restare in termini di BDC, questi sono molto più esposti alle crisi o in generale a rischi più elevati. Il fatto di esporsi finanziariamente a soggetti che sono in linea di massima, meno inclini a ricevere finanziamenti li rende deboli. Oltretutto, questi soggetti deboli, ricevono prestiti ad alti tassi di interesse, che durante le crisi settoriali, potrebbero non essere in grado di onorare. La scelta delle aziende ad alto dividendo, deve comunque ponderare tutte queste variabili, per evitare di creare situazioni di rischio al nostro cashflow. Durante questa crisi pandemica, le banche europee, hanno ricevuto l’obbligo di sospendere i dividendi, per garantire la stabilita’ del sistema bancario. Soggetti solidi, che anche se avrebbero potuto, non sono state in grado di erogare i dividendi. Ed alcuni di queste, come intesa san paolo, avevano raggiunto livelli del 10% di Dividend Yield. Ma si e’ trattato un un elemento transitorio. Ciononostante, per una persona come me, che cerca un flusso di cassa, per la vecchiaia, queste valutazioni, sono da tenere sotto stretta considerazione. Ritrovarsi ad una certa eta’, per un anno o due, senza il flusso di cassa che come una formichina ci siamo creati nel tempo, può essere deleterio. Fare un portafoglio da dividendi solo di Reits o BDC, e’ fattibile? Secondo me lo e’, ma e’ veramente consigliabile? A parere mio no. Se una persona vuole essere un investitore consapevole, dovrebbe essere in grado di diversificare il proprio portafoglio dividendi, su diversi settori, su diversi yield, su diversi payout ratio. La ricetta o formula magica non esiste, ma la ponderabilità delle nostre scelte, diventa fondamentale per assicurarci il flusso di cassa voluto. Ci sono aziende migliori di altre, ma lo sono adesso. Fra 30 anni la situazione potrebbe essere completamente diversa e bisogna essere in grado di difendersi dall’imprevedibile, dalla ciclicità e dalla settorialita’.
CONCLUSIONI
La cosa importante da capire e’ che il mercato e’ mutevole. BDC, REITS, Dividend Aristocrats, storicamente possono avere ottime o pessime performance, in base alla azienda che scegliamo, ma le performance passate, non sono uno specchio sulle performance future. Se sei un pensionato che vive di dividendi e il tuo obiettivo primario è un flusso di reddito sicuro e in costante, la copertura del tuo reddito e’ la parte fondamentale. Tutto questo deve anche essere aggiustato in base alla propria percezione del rischio ed agli obiettivi che ci poniamo. Basare una buona parte del proprio portafoglio su aziende con dividend yield più bassi, può farci avere rendimenti minori, a parità di capitale, ma prospettive di rischio basse. Al contrario dividend yield alti, potrebbero esporci a rischi, a volte, inutili. La pianificazione del portafoglio poi, a parere mio, deve essere dinamica, perché bisogna cogliere in tempo, i possibili danni che alcune situazioni economiche possono causare. Comprare e lasciare li, senza interessarsi mai più, il cosiddetto cassettista, e’ un errore secondo me madornale. Non esiste niente di sicuro. L’unica sicurezza e’ che i soldi sono i nostri e dobbiamo fare di tutto per non perderli.